venerdì 18 marzo 2016

Ilaria e il fare cultura a “distanza ravvicinata”



È benedetto il momento in cui sei travolto dall’energia dell’altro, quando ti sorprendi e di fronte ti trovi persone capaci di una visione. Una visione loro stessi per la tua che si completa nell’incontro: il fare con il fare, il dono che aumenta il dono.
Capita abitando al Fondo Verri, meta di progetti, di proposte, di desideri… Molte volte indeterminati, acerbi tentano l’esserci, una forma, una “compostezza”, in un annuncio, su una locandina, per il tempo necessario alla condivisione.
Una mattina l’appuntamento è con Ilaria Caffio, non la conoscevo, di lei avevo solo letto in una recensione di Antonio Zoretti che riguardava un ciclo di incontri organizzato alla libreria Fahrenheit di via Don Bosco a Lecce.
Di Ilaria mi sorprende subito la determinazione, il suo voler contribuire al rinnovamento delle “cose”, essere presente nel quotidiano, nelle tessiture culturali della città da militante attiva. Strano lavoro quello della cultura, fatto di intuizioni, di intimità e di relazioni, di incontri da mutare in “opera”.
Il suo progetto ha un titolo intrigante: “Filosofia a distanza ravvicinata” gli appuntamenti pensati per il Fondo Verri un sottotitolo ad hoc: “Sul tempo dello scrivere” cinque martedì per indagare “Il viaggio delle parole tra scena e retroscena”. Cinque serate speciali nel loro tessere insieme sensibilità, discipline, esperienze diverse.

L’incontro che apre il ciclo, martedì 24 novembre 2015, con la “conferenza” del professore Stefano Cristante dal titolo “Autoeducazione di Andrea”. Protagoniste le pagine di un “diario” iniziato anni e anni fa, lasciato, ripreso, perso e ritrovato… Letture ad alta voce e quante cose scopriamo nel tempo dello scrivere: la vita mischiata alle invenzioni letterarie per farsi poesia e racconto.
Il 1 dicembre il poeta e critico Simone Giorgino ha dato voce con “Tra libro e quaderno” a “le ultime poesie di Vittorio Bodini”, anche qui un approccio sentimentale alla vita, quello di Bodini, travagliato dal divenire dei versi e dal rapporto non sempre lineare e sereno con chi - i curatori editoriali - dovrebbe essere attento, accudente, capace di valorizzazione. Ma sappiamo che non sempre è così e i poeti spesso scontano l’isolamento, l’emarginazione, la conseguente paura.
Il terzo incontro, il 15 dicembre, con la regista Chiara Idrusa Scrimieri. Una preziosissima lezione di cinema in apertura di “Storie da film e favole da camino. Conversazioni sulla scrittura visiva”, la proiezione di un suo piccolo film interpretato da nonna Amelia ripresa nel disincanto e nell’assoluta leggerezza dei suoi 94 anni. Guarda dritto in macchina Amelia, legge il suo diario, scrive, da consigli, ride, ride, ride e fa ginnastica, monito a tutti di quanto la bellezza sia valore che pervade e riempie l’età di una vecchiaia fanciulla.
La ripresa degli incontri, dopo la lunga pausa natalizia, il 12 gennaio 2016 con il filosofo Mimmo Pesare che ha presentato il suo libro “Jacques Lacan spiegato dai Massimo Volume” edito da Musicaos. La canzone d’autore da un lato e la scrittura, le parole e il pensiero del grande psichiatra, filosofo e psicoanalista francese dall’altro. Un approccio divulgativo di una complessità che si mostra necessaria per comprendere il disagio individuale e collettivo in un contemporaneo privo di pulsioni e di desiderio, dove sempre più gli oggetti sono fasulli e il linguaggio sprofonda nell’ambiguità.
A concludere il 19 gennaio, “viaggio delle parole tra scena e retroscena” il reading poetico di Ilaria Seclì accompagnata dai suoni di Pier Paolo Leo in “Amnistia, Amnistia! O Angelo Midì”, una cucitura di testi editi e inediti. Artigiana di versi Ilaria Seclì, maestra del ritmo, della lettura a perdifiato, della vertigine… degna chiusura, oh quanto degna! di una formidabile intuizione felicitata nel suo intero svolgersi da un ottimo primitivo amabile e dai di-segni di Simona Anna Gentile.

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