venerdì 11 settembre 2015

Le mani al Mondo



Stiamo, soltanto, oltre ogni dover fare
Fare, quando è necessario fare.
Quando il fare è sorgivo, cosa dello stupore.
Quella, la poesia, carezza la schiena
piano sussurra, fa canto, inanella parole
le lega… Poi sta a noi l’impasto
far frolla, cuocere il senso…

Nelle mani la sapienza
dietro ogni cosa presenti, quanta memoria accumulata
in ogni piccolo gesto, in ogni costruzione
poi si ritraggono e riposano, nell’attesa.
Il lavoro, il lavoro necessario
è nelle cose “piccole”.
Pulire una strada, aver cura d’una aiuola
tenere bello il bello, la cosa pubblica
è il compito moderno.
Far manutenzione, tenere vivo ciò che è vivo!
Ed ecco che uno spazzino è più importante di un avvocato, di un onorevole
un giardiniere può quanto un medico, un cantoniere è risorsa vitale
e il nuovo sarebbe in ciò che abbiamo già…
e quanto lavoro c’è da fare, quanto…
tanto che tutti saremmo chiamati a sbigar cause, a curare aiuole, e strade
e case abbandonate, e scuole, e argini di fiumi…
Tutto ciò che crolla e fa pericolo nell’ordinario della cronaca
Di un Mondo che non sa più essere Mondo.

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